Dalla montagna...
Adoro la montagna, la sua capacità di metamorfosi che conferisce agli stessi luoghi, in periodi diversi dell’anno, sembianze, profumi e colori totalmente diversi. E la amo ancora di più quando si sale in alto: il paesaggio si fa via via più rarefatto, più scosceso, perfino inospitale. È forse questo suo tratto, il più difficile, che mi attrae e me la rende tanto cara.
Così è anche la traduzione: un percorso duro, spesso difficile, ma che se percorri con umiltà, preparazione, determinazione e costanza, ti regala gioie e grandi soddisfazioni.
Come quando cammini lungo quel tratto in salita, arrancando sul sentiero impervio: all’improvviso, quando stai per cedere alla stanchezza, il cammino impegnativo ti premia, offrendoti un meraviglioso panorama, riservato solo a chi ha compiuto quell’impresa.
Per affrontare la montagna occorre essere preparati. Lo stesso vale per la traduzione.
Affidatevi a un “traduttore montanaro”. Non prendete scorciatoie.
...al mare
Prima che Simonetta mi lanciasse la “sfida”, non avevo mai pensato che potesse esserci un legame tra le mie due grandi passioni: il mare e la traduzione.
E invece mi sono resa conto che hanno parecchio in comune.
Amo immergermi in mare. È come entrare in una dimensione parallela, surreale.
Un bel respiro, un tuffo e sono nel mio elemento. I suoni si attutiscono fin quasi a scomparire del tutto. Il tempo si sospende. Vengo rapita da questo mondo sommerso, popolato da esseri viventi di ogni forma e colore, tanto diversi quanto singolari. È un mondo unico, tutto da scoprire ed esplorare.
Anche la traduzione, per me, è un viaggio di esplorazione e ricerca.
E, ogni volta, è una nuova scoperta.
Mi immergo nei testi da tradurre con la stessa passione, lo stesso spirito e lo stesso rispetto con cui mi tuffo in mare.
La traduzione mi spalanca le porte su un mondo estremamente affascinante, popolato di macchine, tecnologie, meccanismi e ingranaggi capaci di fare cose straordinarie. Perdo la cognizione del tempo e vengo rapita da questo mondo e dalle parole che lo compongono. Ne esploro le stratificazioni e mi lascio trasportare.
Chissà dove arriverò immergendomi nelle profondità del testo.
Chissà dove mi porterà la ricerca della traduzione corretta.
Chissà quante cose nuove potrò scoprire e imparare.
Ma, come il mare, anche la traduzione ha le sue regole, le sue specificità, le sue criticità. Una distrazione e il significato di una frase può cambiare. Anche completamente.
Perché, come nuotare non è solo fare i movimenti corretti e osservare il paesaggio marino, tradurre non è solo trascrivere parola per parola in un’altra lingua.
È andare incontro all’altro, a un’altra cultura, addentrandosi in un mondo diverso dal nostro.
È scoprire e accettare i limiti delle proprie risorse linguistiche ed espressive, e imparare a superarli.
È saper tornare sulle parole tradotte e ritradurle, se necessario, per scrivere nel modo migliore quanto si va scoprendo attraverso la lingua di partenza.
È il risultato di anni di studio continuo e di lavoro paziente, fatto di un rapporto concreto e profondo con i testi e le parole.
Tradurre è prestare attenzione a ogni dettaglio, esplorando e indagando il testo fino a nuotarci dentro con la disinvoltura di un delfino.
Perciò ricorda: ogni volta che leggi un testo tradotto, al suo interno ci sono anche tutti gli anni di esplorazioni, ricerche e scoperte del traduttore.